Festeggiamo i 20 anni e allarghiamo i nostri orizzonti

The team of Porta Parma Immobiliare

Immobiliare Porta Parma nasce nel 2002 per opera di Sebastiano, il quale dopo diversi anni di esperienza come agente immobiliare decide di mettere in piedi la sua agenzia. Così, lo scorso dicembre (2022), Immobiliare Porta Parma compie 20 anni. In questa intervista Sebastiano racconta perché ha dato vita a questa attività e ci rivela gli aspetti più interessanti ma anche quelli più difficili.

A tu per tu con il titolare di Immobiliare Porta Parma

Raccontaci di come hai iniziato questo lavoro: perché hai deciso di fare l’agente immobiliare?

È capitato: durante una cena con compagni di classe un mio amico mi propose di andare a lavorare con suo padre come agente immobiliare. Il padre, geometra di vecchia scuola, aveva avviato l’attività per il figlio, il quale però aveva altri interessi. Infatti oggi è diventato un biologo. Così il padre del mio amico divenne il mio capo, un uomo molto preciso e scrupoloso a cui devo tantissimo, soprattutto per tutto quello che riguarda la parte tecnica di questo lavoro.

Quando hai capito che il mercato immobiliare sarebbe stato la tua strada?

Dalla prima vendita! Mi è piaciuto vendere case sin da subito.

Come ti sei approcciato alla vendita?

Mi sono buttato. Avevo 27 anni, ma venivo già dal mondo commerciale. Conoscevo l’ABC della vendita e per me cambiava “solo” il prodotto.

Un buon venditore può vendere tutto?

Sì, però deve conoscere il prodotto, credere in quello che vende e saper leggere le esigenze degli acquirenti. Se io per primo non credo nel prodotto non riesco a venderlo. Se penso di avere una bella casa, riesco a venderla.

Qual è la cosa che ti piace di più del tuo lavoro?

Incontro tante persone con tante realtà diverse e tante vite. Ognuno mi racconta la propria storia, mi dà il suo punto di vista su qualsiasi cosa, lasciandomi sempre qualcosa. Io cerco sempre di prendere il meglio da tutto e da tutti e di farlo mio.

C’è qualcosa del tuo lavoro che non piace o che ti piace di meno?

Mmmmh… (Ci pensa un po’). No. Non c’è. Il mio lavoro mi piace, davvero. Ciò che forse mi piace meno è la velocità con cui dobbiamo stare al passo con i social e con internet. Non c’è più il contatto stretto con il cliente che c’era 10 anni fa. Ormai la presenza online è più importante e i contratti di compravendita sono più veloci. Si va dritti al punto. Inoltre, una volta il mercato era più lento e i cambiamenti avvenivano negli anni. Adesso, invece, è tutto più rapido e ci può essere una repentina inversione di tendenza anche nell’arco di mesi.

Come pensi che cambierà il mercato delle case in futuro?

La società sta cambiando. Non c’è una politica demografica in Italia. Il non fare più figli porterà ad avere uno stock immobiliare importante. Nel 2050 saremo 54 000 di italiani – lo dice l’ISTAT (leggi il report). Ad oggi circa l’80% degli italiani vive in una casa di proprietà; questo significa che gli eredi sono già proprietari di una casa. Non facendo più figli si venderanno più case a stranieri immigrati che si inseriscono nel territorio italiano (ma è un numero irrisorio) o a stranieri che acquistano come casa vacanza, ovvero come seconda casa all’estero.

Quali sono stati i momenti più duri del tuo lavoro?

Il momento più duro è stato nel 2014. In quell’anno abbiamo avuto una contrazione del 50% delle compravendite. Ho dovuto semplicemente aspettare che passasse quel momento. È durato circa un anno e poi le vendite sono gradualmente aumentate.

Quali pensi siano le sfide del futuro?

La mia sfida è quella di attrarre il più possibile clienti stranieri nella nostra zona per far conoscere il nostro territorio e le sue bellezze. Del resto, la nostra regione è sempre stata una destinazione turistica per molti stranieri.

È per questo che è nato Italy Dream Homes?

Sì, ho pensato a questo progetto nel 2019. Poi con l’arrivo del covid ci siamo fermati però quest’anno siamo tornati quasi alla completa normalità e quindi ho ripreso in mano il progetto. Ho creato un vero e proprio team di lavoro per lanciare questo progetto, che per me rappresenta il futuro per i motivi che ho spiegato prima.

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